Mps diventa un “caso” a Cernobbio, la Borsa non gradisce
Stefano Neri
04-09-2023 — 10:30
Per Forza Italia il governo potrebbe accelerare l’uscita dal capitale. La banca senese è tuttora alla ricerca di un partner, ma potrebbe cedere inizialmente una parte della quota sul mercato

Mps volatile in Borsa dopo il “caso” Cernobbio. Il tema della vendita dell’istituto controllato dal Mef con una quota del 64% ha infatti tenuto banco quest’anno alla kermesse sul Lago di Como, provocando anche qualche tensione nella maggioranza.
Mps, un “caso” a Cernobbio
Ad accendere la miccia sono state le parole del vice premier Antonio Tajani, secondo cui lo Stato potrebbe accelerare l’uscita dalla banca salvata nel 2017. Tajani, a margine del Forum Ambrosetti, rrispondendo a una domanda di Bloomberg Tv sulla possibile accelerazione della vendita, ha risposto “probabilmente sì”, aggiungendo che una decisione potrebbe essere presa “presto”. Su Mps, ha detto Tajani a Cernobbio, si deve procedere alla privatizzazione. Lo Stato non deve fare il banchiere e, quindi, credo che sia giusto procedere.Poi sarà il ministro Giorgetti a fare le proposte”.
Il segretario di Forza Italia ha ricevuto il plauso del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) che sempre al Forum ha spiegato: “Noi non abbiamo una visione ideologica ma molto pratica della nostra economia”. D’altro canto sono arrivate le proteste della Lega. “La vendita della quota di Monte dei Paschi non è all’ordine del giorno. Il governo ha il dovere di approfondire i dossier e discuterne attentamente e riservatamente”, ha indicato Alberto Bagnai, vicepresidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economico del partito.
A gettare acqua sul fuoco è arrivato poi l’intervento conclusivo del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui il governo “non si farà dettare i tempi da nessuno per quanto riguarda il sistema bancario, nemmeno dalla fretta”.
Vendita quota Mps
Peraltro una vendita di Mps non sarà possibile finché il Tesoro non individuerà un compratore: dopo il nulla di fatto di Unicredit, a esito di una capillare due diligence, a prendere le distanze sono state negli anni Bper e soprattutto Banco Bpm, che solo la scorsa settimana è tornato a smentire le ipotesi di fusione con Mps.
Gli analisti di Equita, dopo che la vicenda Mps è finita sotto i riflettori a Cernobbio, scrivono: “Al momento, il prezzo del titolo Mps è il 27% superiore a quello dell’ultimo aumento di capitale” avvenuto a 2 euro per azione. “II significativo miglioramento delle performance operative certamente un rappresenta elemento fondamentale nella ricerca di un partner per la banca. Tuttavia, restano questioni rilevanti in sospeso, sia specifiche della società (come i rischi legali, su cui potrebbero emergere importanti sviluppi entro la fine dell’anno), sia relative al settore (come l’incertezza regolatoria, in particolare riguardo alla formulazione della tassa sugli extra-profitti e alle possibili restrizioni nell’uso delle DTA), che rendono a nostro avviso più complesso un processo di aggregazione nel breve termine”.
Per uscire dal Monte dei Paschi di Siena, dopo la proroga concessa dalla Ue, il Tesoro avrebbe tempo fino al 2024.
Recentemente ha preso piede l’ipotesi di una vendita sul mercato che potrebbe interessare una quota del 10-15%. La cessione di una quota, tramite accelerated bookbuilding, avverrebbe ovviamente a sconto, ma non necessariamente la reazione del mercato sarebbe negativa, in quanto la mossa segnerebbe l’avvio del disimpegno da parte del socio pubblico.
Privatizzazioni
L’istituto senese capitalizza in Borsa 3,2 miliardi, con la quota del Tesoro che vale poco più di due miliardi a fronte dei 7 investiti tra ricapitalizzazione precauzionale nel 2017 e aumento di capitale nel 2022.
Il tema della cessione di Mps è tornato d’attualità assieme a quello delle privatizzazioni a cui il governo potrebbe ricorrere per abbattere il debito in vista del nuovo patto di stabilità e di una manovra che si preannuncia difficile. In linea teorica il Mef potrebbe fare cassa cedendo quote di Fs, di cui si era ipotizzata la vendita del 40% sotto il governo Renzi, ma anche alleggerendo la presa su Poste, Enav, Enel, Eni, Leonardo, Rai Way.
In Borsa dopo una partenza positiva, a metà mattinata le azioni B.Mps lasciano sul terreno oltre il 2%, mentre il Ftse Italia Banche guadagna circa 1 punto percentuale.
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