Finanzareport.it | Mps, con governo Draghi riprende quota ipotesi "spezzatino" - Finanza Report

Ven 29 Marzo 2024 — 14:03

Mps, con governo Draghi riprende quota ipotesi “spezzatino”



Le ultime indiscrezioni parlano di crescenti difficoltà a mandare in porto l’auspicata fusione con Unicredit, sia per il no del socio Del Vecchio sia per le perplessità delle autorità europee che temono potenziali ricadute sistemiche

mps advisor

Il dossier Mps finisce sulla scrivania di Daniele Franco, neo ministro dell’economia nel governo Draghi, mentre si allontanerebbe l’ipotesi di una fusione con Unicredit e riprenderebbe forza quella di uno spezzatino della banca senese.

Mps, Draghi e il neo ministro Daniele Franco

Il Tesoro detiene il 64% di Mps. Il premier Mario Draghi ha scelto per la guida del ministero il fedelissimo Daniele Franco, Dg della Banca d’Italia e uno dei massimi studiosi di finanza pubblica nel nostro Paese.

daniele franco

Daniele Franco

Il Monte dei Paschi è una vecchia conoscenza per lo stesso Draghi, che nel 2008 in qualità di governatore di Bankitalia autorizzò l’acquisizione di Antoveneta da parte di Siena per 9 miliardi di euro, operazione che peraltro segnò una svolta negativa nella recente storia travagliata della banca senese.

Mps-Unicredit, i dubbi dell’Europa

Il Tesoro, dopo il salvataggio del 2017, è ora in trattative con l’Europa per la riprivatizzazione dell’istituto, reduce intanto da una perdita di 1,7 miliardi nel 2020 e assillata da problemi legali oltre che dallo spettro di una nuova ondata di crediti deteriorati a causa del Covid.

Le ultime indiscrezioni parlano di crescenti difficoltà a mandare in porto l’auspicata fusione con Unicredit, che pure si è detta disponibile a valutarla, “come tutte le altre”.

L’ipotesi di una fusione Mps-Unicredit non convincerebbe le autorità europee, che temono potenziali ricadute sistemiche.

Ciò che preme a Bruxelles, secondo una ricostruzione del quotidiano la Repubblica, non è tanto una privatizzazione fine a se stessa, ma che Mps venga “disinnescata come mina vagante capace di contagiare altre banche del sistema europeo”.

Mps, con Draghi riprende quota ipotesi spezzatino

Le altre ipotesi sono un’asta internazionale e il cosiddetto “spezzatino” che vedrebbe Mps ridimensionarsi al rango di banca regionale, mentre le restanti filiali sarebbero cedute.

La gara internazionale potrebbe interessare a gruppi che hanno una presenza già consolidata in Italia, in quanto potrebbero usufruire dei benefici fiscali previsti dalla legge di bilancio 2021 (Dta). Quindi a Bnp Paribas (con Bnl), Crédit Agricole e Deutsche Bank, tutte impegnate su altre fronti.

Tornerebbe quindi in auge, secondo la ricostruzione pubblicata nel fine settimana da Repubblica, l’idea dello spezzatino, ben vista in ambienti finanziari internazionali. Mps resterebbe concentrata su Toscana e Umbria dove avrebbe il 20% di quote di mercato. L’istituto sarebbe ripulito da potenziali nuovi Npl e contenzioso legale, mentre sarebbero evitati drastici tagli di personale. Il resto delle filiali al Centro e Sud sarebbero vendute al miglior offerente.

Sileoni (Fabi) conferma frenata su Unicredit-Mps

Sul tema è intervenuto anchevil segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato domenica durante la trasmissione Omnibus su La7.

“Il governo guidato da Mario Draghi dovrà trovare una soluzione e mettere in salvataggio il Monte Paschi, magari anche attraverso un’asta internazionale. La crisi del governo Conte ha provocato un rallentamento nella operazione con Unicredit. Ma le resistenze interne di importanti azionisti italiani di Unicredit e di Mediobanca, come Leonardo Del Vecchio, che non vedono di buon occhio l’integrazione con Montepaschi, potrebbero creare ulteriori incertezze e rallentamenti”, ha detto Sileoni.

“Il Tesoro, con l’ottimo direttore generale Alessandro Rivera, è determinato ad andare avanti, mettendo sul piatto risorse economiche importanti. Finora le pessime gestioni di Mps, per cui sono stati varati aumenti di capitale da 20 miliardi di euro in sette anni, di cui 6,5 miliardi a carico dello Stato, sono state pagate soltanto dalle lavoratrici e dai lavoratori della banca con i loro sacrifici, mentre i veri responsabili l’hanno fatta franca” ha aggiunto il segretario del sindacato bancario.

In Borsa alle ore 11,26 le azioni Mps segnano -0,23% a 1,293 euro; Unicredit +1,68% a 8,537 euro, con il Ftse Italia Banche a +1,7%.

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