Mps, boccone “troppo grande” per Banco Bpm e Intesa Sanpaolo
Ste. Ne.
06-02-2023 — 10:20
I ceo prendono le distanze da una possibile acquisizione di Siena
Strada ancora in salita al momento per la tanto agognata riprivatizzazione di Banca Mps: nel fine settimana l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, è tornato a prendere le distanze da una possibile acquisizione.
Mps Banco Bpm, ancora cautela
Mps è stata più volte accostata dai rumors a una possibile acquisizione da parte di Banco Bpm. L’obiettivo sarebbe dare vita al cosiddetto “terzo polo bancario“, progetto quest’ultimo accarezzato in diverse occasioni anche dalla politica, e in tempi recenti dalla stessa premier Giorgia Meloni.
Il Monte dei Paschi di Siena è controllato al 64% dal Tesoro, che in base ai recenti accordi rinnovati con la Commissione europea dovrebbe avviare l’uscita dal capitale entro il 2024. Peraltro il Mef sta lavorando al rinnovo del cda e stando ai rumors il dossier fusione Mps potrebbe essere riaperto subito dopo (quindi entro la primavera).
Fra i candidati spicca appunto Banco Bpm, ma il suo ceo Giuseppe Castagna, intervenendo nel fine settimana ad Assiom Forex, è tornato a frenare gli entusiasmi. “Siamo troppo piccoli”, ha detto Castagna ai cronisti che lo interpellavano su una possibile operazione.
Mps troppo grande
Un’affermazione non priva di ironia, quella di Castagna, giunta infatti dopo che venerdì l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva spiegato che la sua banca è invece “troppo grande” per acquisire Mps. Secondo Messina la quota di mercato di Intesa, che ha assorbito Ubi Banca, in Italia sarebbe tale da impedire qualsiasi fusione e acquisizione nazionale.
Nei giorni scorsi poi l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, aveva spiegato di non avere in programma una riapertura del dossier dopo averlo scartato nel 2021 in seguito a una due diligence.
Intanto Mps si appresta a riunire domani il cda per l’approvazione dei risultati di bilancio 2022. Secondo il ceo Luigi Lovaglio la banca rispetto alle previsioni del piano (che ha un orizzonte al 2026) potrebbe accelerare sul margine d’interesse e vedere avvicinarsi il ritorno alla distribuzione dei dividendi, caratteristica che renderebbe la banca senz’altro più appetibile per una possibile combinazione.
Intanto oggi alle ore 10,14 le azioni B.Mps segnano -3,59% a 2,40 euro, dopo un recupero da inizio anno del +24,7% agli attuali livelli.