Ipo 2023: attese alcune big, ma previsioni caute
Stefano Neri
28-12-2022 — 10:48
Le potenziali matricole attente alle numerose incertezze che hanno caratterizzato negli ultimi mesi i mercati

Per le potenziali Ipo 2023 si fanno avanti alcune big pronte a quotarsi alla Borsa italiana, ma attente anche alle numerose incertezze che hanno caratterizzato negli ultimi mesi i mercati azionari.
Ipo 2023, previsioni
Le previsioni sulle possibili Ipo 2023 fanno infatti esperienza di quanto visto nel 2022, e non solo con riferimento alla decisione di Eni di rinviare la quotazione di Plenitude.
Le incertezze legate alla situazione geopolitica, alla crisi energetica e alle mosse delle banche centrali non sembrano destinate a risolversi a breve, mentre le stime economiche segnalano scarsa visibilità sulla prima metà dell’anno e una possibile svolta per i mercati finanziari solo nel secondo semestre 2023.
Quanto al bilancio delle ipo 2022, le nuove quotazioni sui listini milanesi sono state una trentina, di cui 26 su Euronext Growth Milan, il listino delle Pmi (comunque quasi la metà rispetto alle 44 del 2021) e solo quattro da parte di società di un certo calibro: Iveco, Civitanavi, Generalfinance e Industrie De Nora.
Proprio Civitanavi Systems nei giorni scorsi si è resa protagonista di un crollo di circa il 20% dopo un taglio della guidance sul 2023, toccando un minimo a 3,40 euro per azione contro i 4 euro del prezzo di collocamento. De Nora è passata da 13,50 euro agli attuali 14,40 euro. Generalfinance si conferma vicino ai 7,20 euro iniziali, mentre la blue chip Iveco dal debutto avvenuto a inizio anno ha più che dimezzato il suo valore.
Ipo 2023, i nomi “caldi”
Le aspettative comunque non mancano sul debutto di nuove società quotate a Piazza Affari, alla luce fra l’altro del trend di numerosi delisting dalla Borsa italiana nel 2022. Una tendenza che ha riproposto gli interrogativi sull’attrattività dei listini tricolori.
Le attese allora sono per i futuri piani di Eni Plenitude. L’ipo della società green del Cane a sei zampe, prima dello stop, doveva riguardare circa il 30% del capitale valutando l’intero gruppo oltre 10 miliardi. Secondo indiscrezioni di stampa, fra le opzioni strategiche si valuta anche il possibile ingresso di un fondo con una quota prima dello sbarco in Borsa. La situazione è appunto in divenire.
Occhi puntati inoltre sul lusso con il progetto di dual listing da parte del colosso Prada che potrebbe presto concretizzarsi. Il tandem Miuccia Prada Patrizio Bertelli ha affidato il dossier all’advisor Goldman Sachs. La potenziale capitalizzazione della casa di moda, da anni quotata a Hong Kong, supera i 14 miliardi. Possibile doppia quotazione sulla piazza asiatica e su quella italiana anche per gli yacht di Ferretti Group, altro iconico brand del made in Italy anche se controllato al 65% dalla cinese Weichai. In campo Goldman Sachs, Unicredit e jp Morgan. La questione approderà in assemblea a metà gennaio. Possibili sviluppi anche per Prada, dal momento che il 15 gennaio si insedia il nuovo ceo Andrea Guerra e il tema del dual listing sarà in evidenza sulla sua scrivania.
Un altro nome che circola per una potenziale quotazione è quello di Italcer, gruppo della ceramica di Rubiera (Reggio Emilia) che il fondo di private equity Mindful Capital Partner vorrebbe portare in Borsa nel secondo semestre 2023. Inoltre potrebbe arrivare l’Ipo saltata quest’anno di Epta, gruppo leader nel campo della refrigerazione. Nel fintech non sarebbe ancora pronta Satispay: se ne riparlerà almeno nel 2024.