Finanzareport.it | Gubitosi, rete unica ma Tim non cede controllo - Finanza Report

Ven 19 Aprile 2024 — 18:22

Gubitosi, rete unica ma Tim non cede controllo



Il prossimo 31 agosto “il consiglio Tim delibererà sulla creazione di FiberCop, ossia la società della rete secondaria, e sull’ingresso in quella società di Fastweb e Kkr. Poi si valuterà”

tim fondi

(Articolo aggiornato dopo la chiusura di Borsa) – Telecom pronta per la rete unica con Open Fiber, ma non a cedere il controllo della potenziale nuova società. Così l’ad di Tim Luigi Gubitosi in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica, quando mancano meno di due settimane a un cda decisivo in agenda il 31 agosto.

Tim, Gubitosi non arretra su controllo rete unica

Il cda di Tim dello scorso 4 agosto, infatti, aveva improvvisamente congelato il progetto di aprire la rete secondaria (quella che collega i cabinet alle abitazioni) al fondo Kkr e Fastweb, in seguito a una pressante richiesta del governo di esaminare il più ampio dossier della rete.  Il board si era quindi aggiornato al 31 agosto.

Nell’intervista Gubitosi conferma come il gruppo non intenda scendere sotto il 50% in una potenziale società della rete con Open Fiber. Sulla governance, il manager spiega di aver fatto “nei giorni scorsi” una proposta a Cdp, che detiene il 10% di Tim e il 50% di Open Fiber e si candida quindi al ruolo di regista nell’operazione (l’altra metà è di Enel, che continua però a rifiutare il progetto).

“Tim darà la banda ultralarga a tutta Italia, con Open Fiber o senza. E manterrà la maggioranza di una società unica della rete, come è logico che sia”, afferma Gubitosi.

Tim verso il cda del 31 agosto

Il negoziato si annuncia complesso.

Al cda del 31 agosto, dice Gubitosi, “il consiglio Tim delibererà sulla creazione di FiberCop, ossia la società della rete secondaria, e sull’ingresso in quella società di Fastweb e Kkr. Poi si valuterà se siamo arrivati ad una convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno più ampio di rete unica. Mi auguro si possa raggiungerla entro il 31 agosto. Ma in ogni caso saremo sempre disponibili, alle giuste condizioni, a trovare un’intesa anche dopo”.

Scintille con Open Fiber

A Open Fiber, che sostiene di aver connesso con la fibra 9 milioni di abitazioni e di essere più efficace di Tim nella digitalizzazione del Paese, il manager replica: “Non dovendo rispondere al mercato Open Fiber fa annunci roboanti seguiti da traguardi non raggiunti. Ai nostri tecnici risultano dati ben diversi. Se, come mi auguro, andremo avanti con un processo di integrazione, la due diligence che andrà fatta risponderà a molti interrogativi”.

E ancora: “Penso che il numero sia inferiore e sono pronto anche a fare una scommessa personale con il presidente di Open Fiber Franco Bassanini. Chi perde la scommessa dà i suoi soldi in beneficenza, secondo la scelta del vincitore. Nel mio caso indico già la comunità di Sant’Egidio”.

La risposta di Open Fiber

In una nota Open Fiber ha risposto altrettanto duramente al ceo di Tim. “Open Fiber non risponde dei suoi risultati e dei suoi conti al Dott. Gubitosi ma ai suoi azionisti e al pool delle 14 primarie banche che la finanziano”, vi si legge.

“Riscontriamo l’ennesima intervista dell’amministratore delegato di Tim tutta incentrata a parlare (male) di un’altra società (Open Fiber). Al contempo, il Dott. Gubitosi attribuisce ritardi ed inefficienze della sua società a gestioni precedenti, delle quali però non vuol parlare”.

Modello inglese

In ogni caso, ha aggiunto Gubitosi nell’intervista, “non abbiamo alcun interesse nel cedere la rete, che è il cuore di qualunque “incumbent”, e trasformarla in una mera partecipazione finanziaria“.

Quanto alla diffidenza dei concorrenti, “in aggiunta alla sorveglianza esercitata dall’Agcom, siamo pronti a collaborare con il governo per trovare una soluzione condivisa sulla governance nell’interesse del Paese, consapevoli che si tratta di una azienda che rappresenta un asset strategico. Non escludiamo di andare oltre il modello pubblico inglese che ad oggi, con Open Reach, è quello considerato più autonomo e indipendente, permettendo di condividere scelte, indirizzi e obiettivi come nessun altro “incumbent” fa. Non posso entrare nei dettagli, nei giorni scorsi abbiamo presentato la nostra posizione a Cdp e siamo in attesa di una risposta”.

Patuanelli: rete unica la fa lo Stato

Il governo però torna all’attacco. “La rete unica la fa lo Stato” ha detto il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, interpellato oggi dall’Ansa sul dossier della rete dopo le dichiarazioni dell’ad Gubitosi.

In Borsa le azioni Telecom Italia cedono in chiusura un -1,47% a 0,369 euro in linea con il -1,44% del Ftse Mib.

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