Fusione Mps Bper “più vicina”, filiali per Unicredit e Mcc
Ste. Ne.
06-06-2023 — 08:56
Indiscrezioni di stampa citano fonti finanziarie secondo cui sono partiti i preparativi per un matrimonio tra Siena e Modena
Fusione Mps Bper “più vicina”, in un’operazione che dovrebbe vedere la luce entro il 2024, anno in cui il Tesoro si potrebbe liberare della maxi partecipazione di oltre il 60% nella banca senese (è al 64%), riprivatizzandola come da accordi presi con la Commissione Ue.
Anche Unicredit farebbe la sua parte, rilevando filiali, al pari di Mcc (il Mediocredito Centrale che il Tesoro controlla tramite Invitalia, e incorpora la Popolare di Bari).
A rilanciare questa ricostruzione, citando :due fonti finanziarie”, è oggi il quotidiano La Repubblica.
La fusione Mps Bper porterebbe alla creazione del terzo polo bancario in Italia. La strada, secondo quanto ricostruisce il giornale, “è piuttosto pianeggiante. Porta in via San Carlo a Modena, cuore della città romanica dove ha sede Bper. I tempi non sono maturi, ma c’è ancora un anno e gli astri si vanno allineando. Il consenso politico e di sistema risulta, a livello preliminare, acquisito, per un’aggregazione che piace sia al Tesoro, primo socio a Siena, che a Unipol e Fondazione Banco di Sardegna“, i principali azionisti di Modena con circa il 20% e 10% rispettivamente.
Anche Mcc e Unicredit sarebbero disposti a dare una mano, rilevando fino a un quarto delle filiali del Monte dei Paschi di Siena. “Nessuno dei protagonisti, però, accredita questa ricostruzione, che risulta a Repubblica da due fonti finanziarie. Per ragioni di riservatezza, e per il fatto che le urgenze del governo per il momento sono altre”, scrive il giornale.
Bper, prosegue la ricostruzione, nonostante la recente integrazione di 532 filiali Ubi, Carige e Banco di Sardegna, ha la volontà e il supporto dei soci per crescere ancora.
La rete Mps, oggi di 1.368 sportelli, è comunque troppo grande per essere integrata con i 1.900 di Bper: anche per le valutazioni di Borsa, dove ormai la banca senese, dopo un recente recupero delle azioni B.Mps, vale 2,8 miliardi di euro contro i 3,4 miliardi di Bper.
Per questo dietro le quinte si è rispolverato lo schema tentato due anni fa, per cedere a Mcc fino a 150 filiali
Mps, specie in Puglia e Sicilia.
Unicredit studierebbe invece se rilevare una parte delle filiali venete delle reti ex Antonveneta e Bam: nella regione Mps ha 180 sportelli, l’8% del mercato, mentre la banca guidata da Andrea Orcel in Veneto è poco presente.
Il mandato di Piero Luigi Montani, a capo di Bper dal 2021, scade nel 2024, e secondo le fonti potrebbe lasciare l’incarico, una volta integrate le reti acquisite. Mentre Luigi Lovaglio, appena confermato dal Tesoro a Siena, è molto stimato anche da Carlo Cimbri, il leader di Unipol che detta i tempi a Bper, e viene visto come potenziale candidato per guidare il nuovo terzo polo.
Fra le prime reazioni dei broker, gli analisti di Equita notano che “nonostante il successo” della ristrutturazione di Mps, una simile operazione sarebbe accompagnata da “un certo rischio di esecuzione” viste le dimensioni relative dei due istituti. Gli esperti considerano comunque credibile il sostegno di Unipol all’operazione, che espanderebbe la rete di distribuzione per la bancassicurazione, al netto della necessità di definire le relazioni con Axa, l’attuale partner di Mps (che secondo indiscrezioni avrebbe un’opzione put da 1 miliardo).
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