Fondazioni in campo per aumento Mps: Compagnia San Paolo, Cariplo e altre pronte al rischio
Stefano Neri
25-10-2022 — 10:12
Gli enti in soccorso dell’istituto senese ma indirettamente anche delle banche del consorzio chiamate a garantire un potenziale maxi inoptato

Una schiera di fondazioni bancarie è pronta a scendere in campo nell’aumento di capitale Mps. Lo riferiscono molteplici indiscrezioni di stampa.
Fondazioni in campo nell’aumento Mps
Le fondazioni vanno così in soccorso del Monte dei Paschi di Siena, ma anche del consorzio di banche chiamato a garantire il potenziale maxi inoptato nell’aumento di capitale Mps.
Fra i diversi rumors che circolano in queste ore, MF scrive oggi di un possibile impegno finanziario complessivo nell’ordine di 30-40 milioni di euro, tra i 10 e i 15 milioni a testa da parte delle tre più grandi fondazioni di origine bancaria, Compagnia di San Paolo di Torino, Cariplo e Fondazione Crt, a cui dovrebbe aggiungersi anche quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per un impegno di tre milioni.
Si prevede l’intervento di almeno una decina di fondazioni. All’aumento parteciperanno anche le fondazioni toscane come Fondazione Mps (per 10 milioni), CariFirenze (10 milioni), Lucca (7 milioni), Pistoia e Pescia (3 milioni).
Firenze, Lucca e Pistoia sono azioniste anche di Intesa Sanpaolo; inoltre Lucca ha l’1 3% di Banco Bpm.
La Compagnia di San Paolo è il primo socio di Banca Intesa con oltre il 6%, mentre Cariplo ha il 5%; Cuneo invece ha lo 0,6% di Intesa, mentre la fondazione Crt è presente nel capitale di Unicredit e Banco Bpm.
Mps, Fondazioni pronte a prendere rischio
Le fondazioni avevano immediatamente risposto all’appello del Mef, socio di Siena al 64%, e dell’ad Luigi Lovaglio. Il via libera definitivo spetta in ogni caso ai rispettivi organi consiliari, visto anche il rischio legato alla quota di inoptato che il consorzio di garanzia scaricherà sul mercato, accrescendo le pressioni ribassiste sul titolo subito dopo il termine dell’aumento di capitale (il 3 novembre). Non mancherebbero i “mal di pancia” di alcuni consiglieri.
In colloqui svoltisi nello scorso weekend sono stati contattati i presidenti di altre fondazioni, scrive il Messaggero. Quella di Modena guidata da Paolo Cavicchioli, che è anche uno dei vicepresidenti dellâ’Acri, dopo aver fatto i conti, ha preferito non partecipare, poiché il protocollo Acri-Mef limita al 33% del patrimonio l’investimento nelle banche, con l’ente modenese in possesso dello 0,51% di Unicredit.
Il dossier sarebbe inoltre sul tavolo di Forlì (0,2% di Intesa), uno degli enti più liquidi che potrebbe decidere un
investimento di 3-5 milioni, aggiunge il giornale romano. Possibili interventi anche da parte di Cariverona,¨ presente in Unicredit (1,8%) e Bpm (0,6%); e Cariparo, ente azionista di Intesa con l’1,72%. Infine qualche contributo potrebbe essere dato da un paio di fondazioni minori. Complessivamente si arriverebbe a un contributo da parte degli enti di circa 100 milioni.
Intanto sul fronte degli esuberi Mps, l’ad Lovaglio si sarebbe detto disposto ad accogliere tutte le 4.125 domande di uscita volontaria, ma in questo modo la spesa per la banca salirebbe da 800 a circa 950 milioni.
In Borsa alle ore 10,08 le azioni B.Mps segnano +0,26% a 1,955 euro, dunque sotto i 2 euro del prezzo dell’aumento; diritti -70,70% a 0,0586 euro.