Rete Tim, la Cdp mette sul piatto più cassa
Ste. Ne.
06-03-2023 — 09:50
L’offerta è migliirativa rispetto a quella di Kkr, ma resta da convincere Vivendi sulla valutazione. Fra i nodi da sciogliere anche l’antitrust
Azioni Telecom Italia sugli scudi dopo l’offerta presentata dalla Cdp sulla rete Tim. La proposta non vincolante avava ricevuto venerdì l’imprimatur del governo ed è stata approvata ieri dal cda della Cassa, che è anche socio Tim con poco meno del 10%.
Cdp fa offerta su rete Tim
La mossa della Cdp, in tandem con il fondo australiano Macquarie, ravviva il dossier rete Tim che non è mai uscito in realtà dai radar dagli investitori e che dovrebbe vedere sviluppi entro il mese di marzo. Il cda presieduto da Giovanni Gorno Tempini e guidato da Dario Scannapieco nella giornata di domenica ha infatti dato il via libera alla “presentazione di un’offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Macquarie Asset Management, per l’acquisto della costituenda NetCo di Tim, che ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle. Il termine di validità dell’offerta è fissato al 31 marzo 2023”, spiega una nota della Cdp.
Tim ha confermato di avere ricevuto “da un consorzio formato da Cdpe e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited, che agisce per conto di MAM Funds, un’offerta non vincolante per l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle”. L’offerta, “che scade il 31 marzo 2023, sarà sottoposta all’esame preliminare del Comitato Parti Correlate, ai sensi della normativa applicabile a Cdp Equity, quale parte correlata di Tim, e sarà, a seguire, portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, ove possibile nella riunione già programmata per il 15 marzo 2023 o in un’altra data da definire”.
Secondo fonti finanziarie la proposta di Cdp sarebbe equivalente nel complesso a quella di Kkr, sui 18 miliardi di euro, ma sarebbe migliorativa per 2-2,5 miliardi in termini di maggiore cassa effettiva per Tim. La valutazione prevederebbe una minore componente di debito, pari a 7,7 miliardi contro i circa 10 di Kkr, secondo indiscrezioni citate dal quotidiano La Stampa.
Nodo valutazione
L’offerta di Kkr, ricordiamo, è stata esaminata dal cda Tim, che ha chiesto di migliorarla mettendo a disposizione dell’offerente ulteriori informazioni e dando tempo al fondo americano fino al 31 marzo. La proposta di Kkr partirebbe da una valutazione della rete di 18 miliardi più un earn out di 2 miliardi in caso di via libera alla rete unica con Open Fiber (di cui Cdp ha il 60% e Macquarie il restante 40%). L’offerta di Kkr valuterebbe poi 12 miliardi la sola rete secondaria (Fibercop) di cui il fondo è già azionista con il 37,5%. La proposta di Cdp e Macquarie per la rete Tim ridimensionerebbe la valutazione della rete secondaria a vantaggio della rete primaria, versando più liquidità a Tim.
L’operazione dovrebbe essere condotta attraverso una società veicolo che vedrebbe la cdp al 60% e Macquarie al 40%, replicando gli equilibri di Open Fiber. Il conferimento di Open Fiber arriverebbe in un secondo momento, una volta individuati i rimedi e risolte le criticità per evitare la scure dell’antitrust. Non viene esclusa l’ipotesi che si possa ancora trovare un’intesa con Kkr, che peraltro vanta un diritto di veto in forza del suo 37,5% in Fibercop. ma soprattutto c’è da convincere Vivendi, la cui valutazione della rete Tim è di 31 miliardi e che con il suo 23 75% può bloccare l’operazione in un’assemblea straordinaria.
In Borsa alle ore 9,46 le azioni Telecom Italia segnano +3,56% a 0,32 euro.