Finanzareport.it | Cda Tim, offerta Kkr in vantaggio su Cdp Macquarie? - Finanza Report

Ven 29 Marzo 2024 — 07:40

Cda Tim, offerta Kkr in vantaggio su Cdp Macquarie?



Come atteso, il board ha chiesto anche al consorzio Cdp Macquarie di migliorare la propria proposta

telecom rete tim

Azioni Telecom negative in Borsa, seppure limitando i danni in una giornata di forti realizzi per Piazza Affari, dopo che il cda Tim si è riunito oggi per valutare l’offerta di Cdp Macquarie sulla rete, mentre indiscrezioni di stampa danno in vantaggio la proposta messa sul piatto da Kkr.

In ogni caso, come ampiamente atteso, il board ha chiesto anche al consorzio Cdp Macquarie di migliorare la propria proposta.

Tutto ciò mentre le offerte per la rete, appaiate sui 18 miliardi, non soddisfano Vivendi che potrebbe tornare in pressing per l’ipotesi take private, puntando al riassetto con una valutazione appropriata dopo opa e delisting.

Per il cda Tim, secondo quanto si è appreso oggi al termine della riunione, l’offerta del consorzio Cdp-Macquarie “non riflette il valore dell’asset e le aspettative” della società. Pertanto, “conformemente a quanto avvenuto” per Kkr, “per favorire l’allineamento delle condizioni dell’operazione proposta rispetto al quadro strategico rilevante per Tim, il Consiglio ha deliberato di mettere a disposizione del Consorzio – non in esclusiva – alcuni specifici elementi informativi e di richiedere le ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics” della proposta.

“Inoltre, al fine di consentire sia al Consorzio, sia a Kkr, di presentare le loro offerte migliorative in un processo competitivo definito, ha dato mandato all’Amministratore Delegato, Pietro Labriola, affinché avvii un processo regolato, trasmettendo a entrambi gli offerenti, per il tramite dei propri advisor, una process letter che indichi: i termini a cui verrà dato loro accesso a ulteriori specifici elementi informativi, uguali per entrambi gli offerenti; le forme attraverso le quali ciascuno di essi potrà presentare entro il termine del 18 aprile 2023 un’offerta migliorativa non vincolante”. Il Consiglio ha inoltre deliberato di attribuire al Comitato Parti Correlate il compito di espletare le proprie funzioni istruttorie in relazione a entrambe le offerte.

Il parere del Parti correlate, che si era riunito già venerdì scorso e avrebbe comunque già comparato le due offerte, secondo quanto scrive oggi il Messaggero, dovrebbe evidenziare come tra le due proposte, entrambe molto basse rispetto alle valutazioni degli advisor di Tim e dei desiderata di Vivendi, l’offerta di Cassa e del fondo australiano sarebbe molto più svantaggiosa dal punto di vista economico e delle condizioni collaterali, mentre il fondo americano Kkr è pronto a rivederla.

Pur avendo entrambi i pretendenti messo sul piatto per Netco 18 miliardi più earn out, comprensivi di 7,7 miliardi di debiti (Cdp-Macquarie) e di 7,2 miliardi (Kkr), l’offerta dei due partner azionisti anche di Open Fiber, dovrà tener conto di un valore almeno di 2,5 miliardi per finanziare l’exit di Kkr che oggi ha il 37,5% di Fibercop, destinata a confluire in Netco assieme a Sparkle.

In più, prosegue la ricostruzione del giornale romano, a penalizzare l’offerta Cdp-Macquarie c’è il problema Antitrust. Da settimane i consulenti dello studio Bep stanno dialogando con la Dg Comp europea ma, a ieri sera, nonc’era stata alcuna prenotifica dei possibili rimedi da offrire per ripristinare la concorrenza rispetto a Open Fiber che è controllata al 60% da Cdp e al 40% da Macquerie. E il rischio che su almeno 29 città si possa creare una concentrazione nelle aree grigie commerciali e nere, costituisce un ostacolo che si vorrebbe scavalcare
offrendo di rendere nuovamente autonoma e vendere Flash Fiber, la società creata nel 2016  con l’obiettivo di realizzare o completare reti in fibra ottica FTTH (dall’armadietto alle abitazioni) in 29 grandi città italiane servendo circa 2 milioni di case: in aprile 2021 ha cessato le proprie attività per effetto della incorporazione in FiberCop.

Secondo i consulenti di Cdp, citati dal quotidiano, la vendita del perimetro ex Flash Fiber dovrebbe ripristinare la concorrenza rispetto a Open Fiber che collega circa 13 milioni di unità immobiliari.

In ogni caso per i consulenti Tim e per Vivendi, il prezzo dovrà essere molto più alto avvicinandosi a 30 miliardi compreso gli earn out.

Quanto alla proposta Kkr, non piace il contratto di servizio in esclusiva con ServiceCo, considerato troppo basso e insostenibile per la nuova Tim gravata da 14 miliardi di debiti e almeno 20mila dipendenti.

In Borsa, in una giornata di fitte vendite che vede il Ftse Mib cedere circa il 4%, alle ore 14,49 le azioni Telecom Italia segnano -2,72% a 0,3004 euro.

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