Finanzareport.it | Bastianini (Mps): nel nuovo piano fino a 4mila esuberi e revisione perimetro - Finanza Report

Ven 29 Marzo 2024 — 11:00

Bastianini (Mps): nel nuovo piano fino a 4mila esuberi e revisione perimetro



Audizioni in Commissione Banche, sentito anche il ceo di Unicredit Andrea Orcel: l’aumento richiesto al Mef per il Monte dei Paschi sarebbe stato di 6,3 miliardi sul perimetro allargato

mps bastianini

Guido Bastianini, amministratore delegato di Mps, ha offerto alcune anticipazioni su come potrebbe essere il nuovo piano industriale della banca senese da sottoporre alle autorità europee dopo il deragliamento delle trattative con Unicredit per un’aggregazione. Nel nuovo piano, ha spiegato il manager ieri sera in Commissione Banche, c’è spazio fino a 4mila uscite, da gestire con fondo esuberi, mentre anche il perimetro potrebbe cambiare. Da parte sua il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha rivelato alla Commissione l’importo dell’aumento di capitale richiesto al Mef per Mps: questa parte dell’audizione è stata secretata, ma secondo indiscrezioni di stampa l’aumento richiesto sarebbe stato di 6,3 miliardi per il perimetro allargato di Mps, Npl e rischi legali azzerati, 7.000 esuberi.

Bastianini (Mps) in commissione banche

L’orizzonte del nuovo piano Mps, ha precisato Bastianini, viene spostato al 2026. Nell’ambito della revisione del piano da sottoporre alla Ue “sono in corso approfondite analisi” su una serie di iniziative “finalizzate al completamento del percorso di ristrutturazione” di Mps che “potrebbero includere un ulteriore scrutinio del perimetro del gruppo, la necessaria ulteriore riduzione dei costi, amministrativi e di personale e maggiori investimenti in It”.

Per il ceo del Monte dei Paschi di Siena, “eventuali ulteriori iniziative di derisking creditizio e legale saranno considerate nella ottica di un’opportuna analisi di costi/benefici”.

Mps, con fondo esuberi fino a 4.000 uscite

“Ipotesi diverse sono possibili e verranno verosimilmente esaminate nella predisposizione” del piano rivisto al 2026. “Ad esempio”, ha detto Bastianini, un Fondo esuberi “su base volontaria con tasso di adesione all’80 per cento, con una permanenza massima di 5 anni  e 5 finestre di uscita all’inizio di ogni anno dal 2022 al 2026, avrebbe un costo complessivo di circa 950 milioni e consentirebbe di raggiungere progressivamente circa 4.000 uscite, con la riduzione del costo del personale pari a circa 315 milioni annui nel 2026″.

Intanto Mps ha fallito il target concordato con la Ue nell’attuale piano di ristrutturazione. Il numero dei dipendenti nei quattro anni è diminuito di oltre 4mila risorse con una riduzione di circa il 17% che però “non consentirà di conseguire il target di 20.085 unità entro la fine del 2021”. La banca raggiunge invece l’obiettivo per il taglio delle filiali che calano da oltre 2.000 all’inizio del piano di ristrutturazione (2017) a poco più di 1.400.

Aumento di capitale da definire

Alcune iniziative del piano industriale di Mps in corso di revisione riguarderanno il perimetro del gruppo. “Non ci dobbiamo dimenticare che la Dg Comp è un’autorità antitrust e che quindi ha particolare cura ad evitare distorsioni sul mercato, quindi dovremo esaminare con grande attenzione il perimetro del gruppo, cercando di eliminare le componenti del gruppo che non sono profittevoli o comunque esaminandole con particolare attenzione”.

 

“Per quanto riguarda il capitale necessario che verrà chiesto al mercato se ve l’avessi detto oggi, avrei già completato il piano industriale”, ha spiegato Bastianini. “Non riesco a dirlo non perché sia omissivo ma perché l’aumento di capitale va ponderato bene innanzitutto per le iniziative che sono presupposte al piano”.

Andrea Orcel mps fusione unicredit mediobanca

Andrea Orcel

Orcel e l’aumento di capitale richiesto per Mps

Quanto all’audizione di Andrea Orcel, il numero uno di Unicredit è stato interpellato come atteso sull’importo dell’aumento di capitale richiesto al Tesoro per poter rilevare Mps in sicurezza.  Questa parte di audizione è stata secretata. Tuttavia, secondo fonti citate oggi dal Messaggero, si tratterebbe di una ricapitalizzazione a carico del Mef di 6,3 miliardi per il perimetro allargato, cioè l’intero gruppo, comprendente Capital services, factoring, leasing e Consorzio operativo, senza Npl, rischi legali e 7 mila esuberi. Ma anche questa proposta è stata respinta dal Mef portando alla consensuale interruzione delle trattative.

 

Orcel, che in occasione della brillante trimestrale di Unicredit ha chiuso definitivamente la porta a Mps, si è detto dispiaciuto per l’esito della trattativa, ma ha chiarito come fosse chiaro fin dall’inizio che sarebbe servito un aumento di capitale significativo per la banca di Rocca Salimbeni.

Ruocco, una Mps di Stato per il Pnrr

La presidente della Commissione, Carla Ruocco, ha sintetizzato: “In Commissione abbiamo acceso un faro sugli aspetti principali delle interlocuzioni avute con il Mef, sulle condizioni richieste da Unicredit tra cui il perimetro dell’operazione, il personale considerato in esubero, il richiesto aumento di capitale, il perimetro dei crediti sia Npe che in bonis oggetto della trattativa, nonchè sulle valutazioni di competenza che hanno condotto la banca alla chiusura del negoziato”.

Secondo Carla Ruocco “occorre spiegare” alla Commissione europea che “la presenza del capitale pubblico nelle banche è funzionale alla messa a terra del Piano Nazionale di Riforma e Resilienza” (Pnrr).

In Borsa alle ore 9,10 le azioni B.Mps segnano -0,34% a 1 0165 euro.

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