Finanzareport.it | Banche italiane in rosso, paura della recessione e nodo dividendi - Finanza Report

Gio 28 Marzo 2024 — 20:07

Banche italiane in rosso, paura della recessione e nodo dividendi



Anche la Bce ammette: per gli istituti di credito i potenziali contraccolpi di una frenata dell’economia rischiano di azzerare i benefici derivanti dall’aumento dei tassi d’interesse

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Banche italiane (ed europee) anche oggi sotto pressione in Borsa, scontando ormai con chiarezza i timori per una possibile recessione innescata dalla stretta delle banche centrali (e della Bce in particolare).

Banche italiane giù in Borsa

L’ondata di realizzi non risparmia neppure Unicredit (-6%), che solo ieri ha annunciato un maxi accordo per la gestione dei crediti Utp con Prelios e in preapertura ha comunicato l’ulteriore vendita di 1,3 miliardi di Npl a Illimity.

Continua a cedere terreno Mps (-6%) che vede avvicinarsi l’aumento di capitale in condizioni macro non certo favorevoli per questo tipo di operazioni. Giù inoltre Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper con ribassi del 4-5%.

Per gli istituti di credito i potenziali contraccolpi di una frenata dell’economia rischiano di azzerare i benefici derivanti dall’aumento dei tassi d’interesse, come ha evidenziato oggi lo stesso numero uno della Vigilanza europea Enria, in audizione al Parlamento europeo.

La Bce ha preannunciato un duplice rialzo dei tassi a luglio e settembre per contrastare la fiammata dell’inflazione. Una mossa quella di alzare il costo del denaro, che peraltro potrebbe rivelarsi inefficace a fronte di rincari dovuti essenzialmente alla guerra in Ucraina e alle tensioni del blocco europeo con la Russia di Putin.

Nemmeno le rassicurazioni della presidente Bce Christine Lagarde sul cosiddetto scudo anti-spread bastano a placare le vendite sul comparto. A Piazza Affari il paniere Ftse Italia Banche segna a metà seduta un -4,8%, l’euro stoxx banks (Eurozona) -3,6%.

Andrea Enria lancia avvertimento su dividendi

Enria ha spiegato agli europarlamentari che “i maggiori rischi di credito derivanti dalle esposizioni di alcune banche verso la Russia e verso i settori più colpiti dalla guerra, unitamente all’indebolimento delle prospettive di crescita, hanno già portato a una revisione al rialzo degli accantonamenti per perdite su crediti”.

La Banca centrale europea chiederà alle banche dell’eurozona di includere il rischio di una recessione nelle loro previsioni e utilizzerà i risultati di tali calcoli per decidere se approvare o meno le loro proposte di dividendi, ha aggiunto Enria.

Il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, in audizione in commissione Affari economici al Pe ha ammesso che “le implicazioni per la qualità delle attività di un’uscita disordinata dai tassi di interesse bassi compenserebbero i benefici derivanti dagli aumenti dei tassi, in particolare per i prestiti ipotecari residenziali, segmenti e settori ad alta leva finanziaria particolarmente sensibili all’inflazione dei prezzi dell’energia e delle materie prime”.

Secondo i dati preliminari per il primo trimestre del 2022, “il rapporto Npl aggregato ha continuato sulla tendenza al ribasso osservata dal 2014. Tuttavia, ciò è stato determinato da una riduzione degli Npl da parte di alcune banche con alti rapporti Npl. Nel frattempo, si sono registrati lievi aumenti dei rapporti Npl di diverse altre banche. La quota dei prestiti della fase 2, vale a dire i prestiti con un maggiore rischio di credito, è leggermente aumentata sia nel quarto trimestre del 2021 che nel primo trimestre del 2022 e anche i tassi di default sono leggermente cresciuti per le imprese e le famiglie all’inizio di quest’anno”, ha detto Enria.

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