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Gio 25 Aprile 2024 — 23:46

Banche: in Borsa nel 2019 svetta Unicredit. Negative Mps, Bp Sondrio e Creval



Si chiude un anno da incorniciare per l’azionario italiano. Le banche hanno fatto la loro parte. Non tutte però…

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Con un bilancio del +30%, il 2019 si è rivelato un anno da incorniciare per la Borsa italiana. E anche le banche hanno fatto la loro parte. Non tutte però. Se da inizio anno il comparto bancario, certamente brillante, tiene il passo dell’andamento generale, fra le azioni dei singoli istituti si registra un andamento contrastato. Spiccano ad esempio Unicredit e Bper, che sovraperformano gli indici, mentre almeno tre titoli archiviano il 2019 in territorio negativo: Banca Popolare di Sondrio, Banca Mps e Creval.

Banche: in Borsa 2019 contrastato

Le banche, nell’insieme, si avviano a chiudere l’anno sostanzialmente in linea con l’indice più importante di Piazza Affari. Infatti il Ftse Italia Banche sale del +25,4%.

Con un performance di oltre il 30%, ricordiamo, il Ftse Mib si classifica nel 2019 ai primissimi posti fra i maggiori indici internazionali, battuto solo dal Nasdaq americano (+36%) e ben distanziato in Europa da Francoforte (+25%), guardando ai dati del 23 dicembre (ossia quando mancano solo due sedute alla fine dell’anno, quella di oggi 27 dicembre e quella del 30). In cima alla gradutaoria delle performance, inarrivabili, Azimut con un +125,19% e Stm a +98,45%.

Quanto agli istituti di credito, durante l’anno hanno sofferto in parte la volatilità dello spread, ma infine sono stati premiati dai rialzi dei Btp su cui avevano puntato.

Svetta Unicredit con nuove strategie

Inoltre, a influire positivamente è stato il proseguimento dell’azione di derisking sui crediti deteriorati. E anche il sostegno della Bce all’economia è stato decisivo. Rovescio della medaglia, sempre da parte di Francoforte, la politica dei tassi negativi che ancora una volta ha presentato il conto in termini di ricavi, mentre sono comunque cresciuti gli utili (come dimostrano i numeri delle 5 maggiori banche nei primi 9 mesi).

In questo quadro, la performance migliore fra le banche in Borsa è stata quella di Unicredit, trainata soprattutto dalle attese per il nuovo piano industriale, che non ha poi deluso le aspettative in termini di futuri dividendi, mentre la banca guidata da Mustier ha rivisto con decisione le sue strategie uscendo definitivamente da Fineco e Mediobanca. Il titolo è cresciuto del +34,83% al 23 dicembre, quando mancano solo le sedute del 27 e 30 dicembre alla chiusura dell’anno.

Intesa Sanpaolo e le cedole

Guardando alle altre banche italiane, la performance è stata particolarmente positiva per Bper (+34%), nell’anno dell’integrazione di Unipol Banca e sulla scia di nuove cessioni di Npl.

Bene anche Intesa Sanpaolo (+23,7%). La banca guidata da Carlo Messina, che proprio in queste ore ha avviato un rimpasto della prima linea del management, ha dovuto rassicurare mercato e analisti soprattutto sulla capacità di mantenere l’attuale livello di remunerazione degli azionisti, con cedole distribuite sul 2018 per 3,45 miliardi.

Le azioni Banco Bpm sono invece cresciute del +2,9% e quelle di Ubi Banca del 15,8%. Entrambi gli istituti sveleranno nei prossimi mesi i rispettivi piani industriali, e sono stati sorretti quest’anno soprattutto dalle continue voci su una possibile fusione.

Per azioni Mps anno negativo

Non mancano però le dolenti note. Fuori dal Ftse Mib, riflettori puntati su Banca Mps, che ha perso nuovamente terreno (-7,2%) scontando le incertezze sulla futura uscita del Tesoro dal capitale. Le trattative con la Ue sulla cessione di Npl e inadempienze probabili, che avrebbero dovuto concludersi entro fine anno, non hanno dato al momento l’esito sperato. Intanto il titolo ha aggiornato i minimi storici.

Vendute anche le banche valtellinesi. Il Creval, nonostante l’arrivo del nuovo ad Luigi Lovaglio e l’avvio del suo piano strategico, ha lasciato sul terreno il 4,7%.

La Banca Popolare di Sondrio, unico istituto quotato a resistere alla riforma che prevede la trasformazione in spa, ha dovuto anche fare i conti con il pressing della Bce sul tema dei crediti deteriorati. Il bilancio da inizio anno è un -20,3%.

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