Mar 30 Maggio 2023 — 02:49

Anche Doris (Mediolanum) mette in guardia su tassi Bce



“Non possiamo rischiare uno stop brusco dell’economia che infiammi la disoccupazione”

Anche Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, mette in guardia sulla stretta Bce a colpi di rialzi del costo del denaro. “Non possiamo rischiare uno stop brusco dell’economia che infiammi la disoccupazione”, dice fra l’altro il numero uno di Mediolanum in un’intervista al Messaggero.

Nei giorni scorsi si erano registrate posizioni critiche nei confronti della potenziale stretta Bce da parte di Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit ed ex ministro delle finanze, e del presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

La Banca centrale europea ha già alzato il tasso di interesse principale al 2,5%, ma la presidente Christine Lagarde al meeting di dicembre ha preannunciato ulteriori rialzi dei tassi al ritmo di mezzo punto percentuale per riunione. Un approccio aggressivo che non solo ha depresso il mercato, ma anche messo preoccupazione agli operatori economici, visto il potenziale impatto di una stretta sull’economia reale.

Intanto nei giorni scorsi i dati sull’inflazione di dicembre in diversi paesi europei hanno evidenziato una frenata più marcata delle attese. La Bce tornerà a riunirsi il prossimo 2 febbraio.

“Di sicuro è il tema più delicato del 2023. Si spiega così il dibattito molto vivo tra gli economisti, tra chi teme di finire nella morsa della recessione in caso di rialzi troppo aggressivi e chi teme gli effetti di una inflazione dura a morire. Gli ultimi segnali registrati in Europa fanno però pensare che la Bce possa allentare prima del previsto la stretta”, commenta oggi Massimo Doris nella sua intervista al giornale romano.

“Basta guardare il crollo delle quotazioni di gas e petrolio – fa notare il banchiere – . I costi energetici sono stati i principali detonatori dell’impennata dei prezzi. E ora che si sono riportati vicini ai livelli precrisi, anche l’inflazione rientrerà più velocemente del previsto. E la Bce
non potrà che tenerne conto. Non possiamo rischiare uno stop brusco dell’economia che infiammi la disoccupazione”.

Il 2023 sarà “un anno complesso per tutti in rapporto al Pil. Il punto è
rallentare meno degli altri”, commenta ancora Doris. “Il tessuto imprenditoriale italiano è forte, e dunque, approfittando della stabilità politica, con una certa attenzione alle imprese e un buon uso del Pnrr, l’Italia può fare un gran balzo in avanti. Sono fiducioso su un andamento oltre le stime”.

Quanto all’impatto per il sistema bancario, “l’aumento dei tassi è un’opportunità per i conti, ma la grana
Npl in caso di recessione non si può sottovalutare. Inoltre, dopo anni di faro Bce sul rafforzamento patrimoniale ora si è aggiunto il rischio cambiamenti climatici da ponderare”.

“I margini già cresciuti molto nell’ultimo trimestre 2022 continueranno a farlo per buona parte dell’anno per poi invertire la rotta. Credo che tassi al 2-3% siano sani, dopo una lunga stagione di tassi zero. Non è certamente più sano avere invece tassi al 5%”.

Come vede Massimo Doris il 2023 per Banca Mediolanum? “Il 2022 è stato il secondo miglior anno di sempre dopo il 2021 per i risultati commerciali. Mentre l’erogazione crediti è la migliore in assoluto con 4 miliardi di erogato contro 3,9 miliardi dell’anno precedente. E abbiamo anche sfondato la soglia dei 6.000 family banker tra Italia e Spagna. Un dicembre eccellente ha chiuso un altro anno di successi che portano a 8,3 miliardi il totale della raccolta 2022. Siamo qui oggi (ieri, ndr) alla Nuvola di Roma con circa la metà delle reti per proiettare un 2023 ancora in crescita. Anche perché il nostro modello di business, non legato alle imprese, ma al risparmio dei privati, ci ha sempre permesso di mantenere la rotta anche in acque agitate”.

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